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Le Mostre

Frammenti di storie per l'Infanzia della Provincia di Torino

21 aprile - 23 luglio 2023

Una vita migliore.

Frammenti di storie dell’Istituto per l’Infanzia

della Provincia di Torino

a cura di Alessandro Bulgini

in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino

 

La mostra Una vita migliore. Frammenti di storie dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia della Provincia di Torino vuole ridare voce a quella moltitudine di mondi che si sono intrecciati nelle sale della struttura, ex brefotrofio di Torino, attraverso scorci di storie di alcuni dei protagonisti che, in prima persona, hanno vissuto quel luogo come i bambini, ora adulti, le tate, i dipendenti della struttura. La mostra, curata dall’artista e direttore di Flashback Habitat Alessandro Bulgini, vuole essere un’opera collettiva, un’opera corale dove si intrecciano storia, emozioni, arte e vita. Una mostra che narra storie intime e personali, ma incredibilmente universali perché legate a concetti che ci toccano da vicino come la nascita, la famiglia, l’identità, attraverso frammenti originali, raccolti grazie alla collaborazione di chi c’era all’epoca, documenti recuperati negli archivi storici della Provincia di Torino e testimonianze dirette. La mostra vuole essere un affresco complesso, umano, sociale e soprattutto artistico, che valorizza le vite di ognuno rendendole opera d’arte, nello spirito e nella poetica di Flashback Habitat.

 

La mostra si sviluppa in dodici stanze al piano terreno del Padiglione B di corso Lanza, proprio nelle sale dove i bambini, ancora lattanti, ospiti dell’IPI (Istituto Provinciale per l’Infanzia) venivano nutriti. Ogni stanza vuole essere un micromondo dove immergersi ed entrare nelle storie raccontate. Narrazioni personali e universali allo stesso tempo, opere collettive che parlano di vita. Ogni stanza si compone di ritratti audio-video dei “nativi” che rispondono alla domanda “Mi racconti?” e lo fanno di profilo: posizione che suggerisce un rivolgersi fuori, altrove o forse verso un altro io. I ritratti parlanti vengono accompagnati da componenti risalenti ad una mostra fotografica sul luogo allestita alla chiusura del brefotrofio. Infine, ogni stanza si arricchisce di una mappa-racconto con stratificazioni di significati grazie a fotografie e documenti di archivi pubblici e privati.

 

L’IPI, inaugurato nel 1958 dal Presidente Gronchi, ospitò ogni anno circa trecento bambini e bambine in attesa di adozione, spesso partoriti in corso Lanza 75, e poi dati in adozione, in genere prima dei tre anni. Oggi molti di quei bambini, diventati adulti, frequentano il luogo e le attività di Flashback Habitat, riconoscendo in corso Lanza le proprie origini, la loro prima casa, arricchendo di storie e di emozioni la nuova vita del luogo stesso.

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Prorogata fino al 4 giugno 2023

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SOLOSHOWGALLERY

 

Sironi disegnatore furioso.

Opere e cenacoli 1901 - 1961

a cura di Aleandri arte moderna e Archivio Mario Sironi di Romana Sironi

con il coordinamento di Fabio Benzi

La mostra inagura il progetto SOLOSHOWGALLERY, un nuovo format di approfondimento che vede un coinvolgimento più diretto e importante delle gallerie singole gallerie d'arte. SOLOSHOWGALLERY rappresenta la possibilità per una galleria di presentare uno specifico progetto inerente la propria ricerca.

Sironi disegnatore furioso. Opere e cenacoli 1901 - 1961 ripercorre la vita artistica di Mario Sironi, figura centrale del Novecento italiano, attraverso una suggestiva panoramica di disegni a matita, china, tempere, grafiche, per un totale di oltre 200 opere, che coprono l’intero arco temporale della sua prolifica ed eclettica produzione; dagli anni romani della gioventù a quelli milanesi della maturità; da Futurismo, Metafisica, Classicismo, illustrazione, satira, pittura muraria, arti applicate fino alle introspezioni dell’ultimo Sironi.

Per la prima volta, Torino ospita una mostra antologica dell’artista che pure ebbe con la città ripetuti e importanti punti di contatto; vale la pena ricordare la ventennale collaborazione con la FIAT per la quale realizzò illustrazioni e locandine. Un nucleo di tempere facenti parte di quella produzione è fruibile in mostra.

 

Il percorso espositivo della mostra si articola in dodici sale disposte in progressione cronologica dove ogni singolo spazio è un Mundus dedicato alla produzione grafica di un solo decennio.

Sei monografiche dedicate agli altrettanti decenni di attività dell’artista, cinque di arricchimento contestuale attraverso selezionati approfondimenti sugli ambienti culturali [da cui il titolo “opere e cenacoli”] e relative Koiné, in cui l’artista visse e lavorò e di cui fu protagonista e una sala dedicata ad un documentario.

Le sale dei disegni si alternano, così, con altrettante sale contestuali dedicate ad alcuni degli ambienti culturali che l’artista frequentò nel decennio preso in esame. Questi focus sono dedicati agli ambienti romani di inizio secolo (il mondo del socialismo umanitario che fiorì intorno alle figure di Giacomo Balla, Duilio Cambellotti e Giovanni Prini, a cui si legarono i giovani Boccioni, Severini, lo stesso Sironi e molti altri) e agli ambienti milanesi del Gruppo Novecento di Margherita Sarfatti, che negli anni Venti segnò la cultura italiana promuovendo un ritorno al classicismo in controtendenza con la rottura delle tradizioni operata dalle Avanguardie, in sintonia con il programma di Valori Plastici di Mario Broglio, attivo già dal 1918.

Ogni spazio espositivo è arricchito da pannelli documentali e fotografie, nel tentativo di restituire, all’immaginario dei fruitori, volti, parole e stati d’animo dei protagonisti di una storia del Novecento che va dalla frattura delle Avanguardie al ritorno alla classicità e alla grande decorazione monumentale. Il percorso si chiude con una riflessione sulla ricaduta che il “segno furioso” ha avuto ed ha nell’arte contemporanea, attraverso un suggestivo parallelo con Enzo Cucchi.

 

Un documento audiovisivo è stato messo a disposizione dall’Archivio Mario Sironi e racconta, attraverso l’immagine in movimento, la storia di questo artista tormentato.

 

La mostra sarà visitabile dal 21 aprile al 4 giugno dal venerdì alla domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00 al piano primo del Padiglione B di Flashback Habitat e su appuntamento dal martedì al giovedì scrivendo a info@flashback.to.it.

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Opere di artisti del territorio si integrano nell'ecosistema.

Vivarium [der. dal lat. Vivo] è un progetto partecipato nato nel 2022 che si diffonde e presidia nel parco di 9.000mq della sede di Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee.

L’intento è creare un parco artistico in divenire nel vivo ecosistema, brulicante di vita e in costante metamorfosi, di corso Giovanni Lanza 75 a Torino, un luogo a lungo abbandonato dove la natura si è diffusa in totale libertà. In questo spazio vanno a inserirsi, per restare e “mettere radici”, le opere d’arte, dando vita a una fusione armonica dove tutto ciò che si uniforma proviene dal dialogo tra l’artista e l’habitat, ecosistema composito fatto di natura, storia, persone.

Flashback, così, adotta le opere che gli artisti lasciano in affidamento, prendendosene cura; le opere diventano parte attiva dell’ambiente contribuendo al funzionamento dell’intero ecosistema.

 

A oggi sono due le opere presenti, alle quali nel tempo, in divenire, se ne aggiungeranno altre.

 

“Serie Zero” 2018 di Paolo Grassino inaugura il 20 aprile con l’apertura della stagione primavera-estate.
Una figura in fusione di alluminio patinato che racconta un misterioso processo. Nascosti dal cappuccio della felpa fuoriescono dei rami, i piedi nudi poggiano a terra e la natura attraversa il corpo.
Natura, albero, il primo numero di un nuovo esercito arcaico che inquieta e protegge.
Zero, zerouno, zerodue…

La prima opera a inserirsi nel parco è stata, in occasione di Flashback Art Fair, “Root pipeline” di Francesca Casale, un’installazione olfattiva site specific di 60 metri di pipeline, simbolo di metamorfosi delle radici che nutrono il luogo e che creano una profonda storia territoriale.

 

Paolo Grassino (Torino, 1967)

Vive e lavora a Torino. Lavora recuperando la manualità, plasmando la gomma sintetica, il legno, il polistirolo, la cera o con tecniche avanzate come la fusione in alluminio o calchi in cemento. La sua ricerca artistica riflette sulle derive sociali contemporanee, sospese tra natura e artificiale.

 

Francesca Casale (Ciriè, 1990)

Artista, erborista di formazione e specializzata in olfactory art. La sua ricerca artistica si concentra tra la relazione del visibile e l’invisibile. Per lei, il reale ha solitamente un odore e ricrearlo altro non è che ricercarlo nell’inconscio.

 

 

Vivarium

Opere e installazioni nel parco

21 aprile – ongoing

Venerdì, sabato e domenica ore 11 – 21

Martedì, mercoledì e giovedì su prenotazione

(minimo 5 persone)

REGOLAMENTO D'USO DEL PARCO 

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