
Flashback
Art Fair
Programma
30.10 - 2.11.2025
Corso Giovanni Lanza 75, Torino, Italia

Progetti espositivi
Gaza Opera Viva ​
di Alessandro Bulgini
a cura di Christian Caliandro
​​PAD. B - piano terra, stand 4-5
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Il progetto artistico Opera Viva di Alessandro Bulgini, fin dalla sua nascita sedici anni fa e soprattutto con le edizioni di Taranto Opera Viva (2016-2018), ha sempre avuto come obiettivo principale quello di illuminare zone rimosse, marginali, sommerse dell’esistenza e della realtà quotidiana – e di farlo attraverso la pura presenza, l’azione discreta dell’artista.
In questo senso, la “divisa” rossa è un segnale, un indicatore: sta per una connessione possibile, un collegamento tenue ma essenziale. L’autore diventa così – come scriveva Giulio Paolini – latore dell’opera: e l’opera stessa è il contesto, o meglio, la relazione con il contesto.
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Qui la riflessione si approfondisce, e il contesto diventa l’evento più tragico e significativo del secolo: come è stato già detto, scritto e recitato, “pensavamo di liberare Gaza, e invece è Gaza che sta liberando noi”. Un luogo, una striscia, uno spazio martoriato è divenuto nell’arco degli ultimi due anni molto più ampio dei suoi confini materiali, trasformandosi anche in una metafora potente di altre ingiustizie, di altre prevaricazioni, di altre oppressioni.
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E così, osservare il corpo di Bulgini e il segno di questa maglietta rossa che si posiziona nei centri delle città (Milano, Roma, Torino) e tra gli stand delle fiere d’arte contemporanea (Art Basel, miart) stabilisce immediatamente una connessione, un rapporto, che è al tempo stesso un distacco, una distanza: quella che separa un mondo turistico, creativo ed economico che sembra voler proseguire le proprie faccende come se nulla fosse, che sembra cioè voler far finta di niente a tutti i costi, e la traccia, il ricordo, il sintomo di qualcosa che è andato storto, terribilmente storto. Di qualcosa che è fuori posto, e lo sarà sempre. Qualcosa che, come ogni rimosso - e come la barca a vela con la bandiera in cima all’albero che svetta in alto sulla parete della prima sala - tornerà ancora e ancora e ancora…
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D’altra parte, non c’è quasi nulla di peggio che sentire e leggere gli occidentali (noi) che parlano al posto dei Palestinesi – esattamente come è sempre drammatico ascoltare gli anziani parlare dei giovani, interpretare i giovani, giudicare i giovani al posto dei giovani. Dunque, questo progetto non sarebbe stato completo senza i manifesti di piazza Bottesini, affidati quest’anno – per l’edizione intitolata Stargate to Gaza - alle foto provenienti direttamente dalla Striscia. Sin dal 2016, infatti, questo manifesto “è una finestra e al tempo stesso un’intercapedine; un interstizio che ci aiuta a intravedere ciò che è stato, e ciò che verrà” (Christian Caliandro). Lo è stato a maggior ragione negli scorsi mesi, aprendosi come un portale su 14 scatti che sono scorci di vita, dimessi e negletti, prove in immagine di resilienza e resistenza. Perché “l’arte deve essere mediatrice tra qui e l’altrove” (Alessandro Bulgini).
L’artista coglie l’occasione per ringraziare l’Associazione Our Voice, la Comunità Palestinese di Palermo, la referente da Gaza Amal Khayal, gli autori e le autrici delle immagini: Jacopo Intini (collaboratore ONG Gaza), Majed Abu Shala, Randa Abu Ramadan, Haya Saqer, Ahmed Akkila, Intisar Ibrahim, Amal Khayal, Amira Khayal.
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testo di Christian Caliandro
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Passing by
Carl von Pfeil
Video installation - Work in progress - 39min26sec
​PAD. B - piano terra, infermeria
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Una collezione di riprese di paesaggi e persone in transito dà origine a una videoproiezione che altera la percezione del tempo e dello spazio. Proiettata sul vetro di una porta, l'installazione trasforma la stanza in un luogo in movimento: mentre il paesaggio scorre, sembra che sia l’ambiente stesso a viaggiare. La realtà si piega all’illusione, e lo spettatore si ritrova sospeso tra quiete e moto, presenza e altrove. Una fotografia analogica della madre dell'artista seduta in treno é diventata il riferimento di questo progetto: in quello sguardo rivolto oltre il finestrino si condensano desiderio di libertà e immobilità, viaggio e contemplazione, appartenenza e distanza.
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Unconscious elevation
Carl von Pfeil
Music installation - 2025 - 61min22sec
​PAD. B - ascensore
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La seconda è un’installazione sonora radicata nella dimensione dell’ascesa interiore. Il titolo richiama la posizione anti-shock, quando da supini e con le gambe alzate cerchiamo di ripristinare il normale flusso sanguigno. Ecco il simbolo, il rimando al ritorno di energia vitale al cuore e alla mente. L’opera si struttura come una lunga traccia sonora che stimola, tra suoni e spoken word, l'immaginazione di chi ascolta.
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Veracruz Tattoo
Massimiliano Chironna e Francesco Sampugnaro
Performance
​PAD. B - 2° piano, stand 51
​Una stanza del secondo piano di Flashback Habitat viene trasformata da Alessandro Bulgini in un laboratorio di arte viva: ogni giorno due artisti del quartiere Barriera di Milano dello studio Veracruz Tattoo – Massimiliano Chironna e Francesco Sampugnaro – realizzano tatuaggi dal vivo, in dialogo con un disegno di George Grosz (courtesy Collezione Privata) che riflette sul corpo come superficie neutra e campo di significato.​
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Talk
Il capitale che cresce
Venerdì 31 ottobre h. 16:30
Pad. C - area talk
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con Monica Biancardi, artista
Chiara Gatti, storica, critica d'arte e direttrice MAN di Nuoro
Lorenzo Benedetti, curatore
Gabi Scardi, curatrice
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Il progetto è sostenuto dal PAC 2025 - Piano per l'Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
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Un progetto che documenta attraverso la fotografia la crescita delle gemelle palestinesi Saleha e Sarah, riprese in bianco e nero nel corso di diciassette anni, da quando avevano due anni fino ai diciotto, quando hanno indossato il velo. Le fotografie, restituiscono in modo profondo e intimo il cambiamento delle ragazze nel contesto di un territorio in costante trasformazione, ogni ritratto cattura un momento della loro vita, segnato dalla resistenza, dai mutamenti imposti dal conflitto e dalla politica, ma anche dalla forza e dalla continuità della loro identità culturale. Il lavoro di Biancardi, al tempo stesso poetico e documentario, nasce come diario visivo ma diventa riflessione universale sullo scorrere del tempo, sull’identità e sulla perdita di libertà. Il MAN di Nuoro ha recentemente acquisito un nucleo di undici fotografie in bianco e nero, realizzate tra il 2009 e il 2023, che documentano con rigore e delicatezza questa metamorfosi individuale e collettiva. All’acquisizione seguirà una mostra, prevista per aprile 2026.
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Gaza Opera Viva
Sabato 1 novembre h. 15:30
Pad. C - area talk
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Con Christian Caliandro, critico d’arte
Alessandro Bulgini, artista
Ilda Curti, attivista e progettista culturale
​Fin dalla sua nascita, il progetto “Opera Viva” di Alessandro Bulgini cerca di dare luce alle zone sommerse del quotidiano.
Per l’edizione 2025, l’artista continua a farlo nelle piazze, nelle fiere d’arte, in mezzo alla gente, con una maglietta rossa e una scritta bianca che recita “Opera Viva Gaza”.
La tensione-relazione tra corpo e spazio, arte e vita, personale e politico è al centro di una conversazione sulla responsabilità etica - ma sopratutto umana - degli artisti nei confronti di ciò che accade negli “altrove” apparentemente distanti del nostro presente.
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Legnanino ritrovato: una nuova acquisizione
per Palazzo Carignano a Torino
Sabato 1 novembre h. 17:30
Pad. C - area talk
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con Filippo Masino, Direttore Residenze Reali Sabaude
Marina Dell’Omo, Storica d’arte
Luca Fiorentino, Storico d’arte
Angela Maria Rita Farruggia, Direttrice di Palazzo Carignano
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Dopo trecento anni dalla sua scomparsa in un'asta all’Hotel de Soissons a Parigi nel 1743, il dipinto raffigurante Belisario di Stefano Maria Legnani detto Legnanino (Milano 1661 - 1713) ritorna alla luce grazie a un complesso lavoro in team: messo a disposizione per gli studi da un'antica famiglia fiorentina, che lo possedeva da quasi un secolo sotto diverso nome, riconosciuto e pubblicato da Luca Fiorentino, viene subito posto sotto i riflettori dall’attenta selezione per gli acquisti della Residenze Reali Sabaude - Palazzo Carignano di Torino guidati dal Direttore Filippo Masino.
Il dipinto venne commissionato dal Principe di Carignano nell’ultimo lustro del Seicento per il suo palazzo torinese, in seguito portato a Parigi da Vittorio Amedeo, figlio del principe, all’Hôtel de Soissons. La morte del principe a Parigi, il quale ebbe una vita ricca di divertimenti e vizi, ebbe come risultato l’organizzazione da parte dei creditori della vendita all’asta del 1743. Dopo quella data il dipinto, di cui si ha traccia nei documenti torinesi e francesi, risultò disperso.
L’acquisizione da parte delle Residenze Sabaude è un ottimo risultato collettivo che dimostra una attenta quanto sensibile collaborazione tra Stato e privati, riposizionando nel Museo, già ricco di affreschi del medesimo pittore, uno dei rari vertici pittorici su tela del Legnanino.
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Carol Rama
i collaboratori, gli amici e la sua Casa-Museo
domenica 2 novembre h. 17:00
Pad. C - area talk
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Presentazione dei libri fotografici
"CAROLRAMA. La vita, gli amici e i collaboratori di Carol Rama" e
"LA CASA DI CAROL RAMA".
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con Roberto Goffi, autore
Maria Cristina Mundici, direttore scientifico Archivio Carol Rama
Miriana Mininni, storica dell'arte e curatrice
Stefano Testa, gallerista e Dario Salani, editore.
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​Un’occasione per presentare due libri editi da Prinp e realizzati dal fotografo Roberto Goffi, collaboratore e amico di lunga data di Carol Rama, che ha seguito l’artista nella sua vita professionale e privata. Il primo volume è dedicato alla vita, alle collaborazioni e ai momenti più significativi di Carol Rama; il secondo libro alla sua Casa-Museo, con immagini di grande valore, molte delle quali scattate quando l’artista ancora abitava e viveva in quegli spazi.
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Lab

Io sono Nessuno
a cura di Mariachiara Guerra, Serena Larenza
​Pad. B, piano terra - area Lab
Sabato 1 e Domenica 2 novembre
h. 15:30
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Prenotazione obbligatoria
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Da sempre parte integrante della fiera, i Flashback Lab tornano con un nuovo capitolo ispirato al mito di Ulisse, intitolati Io sono nessuno.
Il racconto parte dal mito greco di Ulisse, per connettersi alla contemporaneità, in continuità con l'edizione senza titolo della fiera.
Nessuno è il nome che l’eroe greco si dà per salvarsi dai Ciclopi, con cui non può competere con la forza ma solo con il pensiero. Nessuno è il nome di Ulisse, che vaga nel Mediterraneo per 10 anni, dopo 10 anni di guerra, sperando di tornare a casa.
Durante il laboratorio, i/le bambini/e scoprono nel parco d’arte e tra le gallerie di Flashback le opere che evocano l’Odissea contemporanea, costruendo piccole barchette di carta - nei colori bianco, rosso, verde e nero - da lasciare nel parco come segno di vicinanza ai bambini di Gaza, perché, come ricorda Marina Abramović, "We are all in the same boat".


Sound
'sta cosa del JAZZ
Elis Prodon + Blessing Quintet
Venerdì 31 ottobre h. 21:00
Pad. C - Il Circolino
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Elis Prodon, voce
Marco Tardito, clarinetto
Marco Pezzutti, sax,
Massimo Artiglia, piano
Gianni Giannella, contrabbasso
Marco Puxeddu, percussioni.​​​​​
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L'appuntamento speciale di 'sta cosa del Jazz in occasione di Flashback Art Fair vede l’incontro tra la voce di Elis Prodon e il Blessing Quintet. Il repertorio spazia dai brani di George Gershwin a Jerome Kern, fino a Frank Loesser, il tutto reinterpretato grazie alla voce duttile di Elis Prodon, capace di fondere jazz, gospel e sonorità bossa nova. Cantante, corista e insegnante di canto, ha collaborato con Paolo Conte, Radio Montecarlo e Radio Deejay. Al suo fianco, venerdì 31 ottobre al Circolino: Marco Tardito al clarinetto, Marco Pezzutti al sax, Massimo Artiglia al piano, Gianni Giannella al contrabbasso e Marco Puxeddu alle percussioni.​

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